Brevi cenni sullo stato dell' economia russa (2002)


Le tendenze già emerse nel 2000 in Russia verso una crescente stabilizzazione economico-sociale, sono continuate anche nel 2001-2002. Nel 2001 la crescita del Pil e' stata del 5,2 percento (tra i piu alti nel mondo). La bilancia commerciale in forte attivo, malgrado il calo del prezzo del petrolio nell'autunno-inverno scorso, ha totalizzato 58 miliardi di dollari a fine anno. Questa cifra, se è inferiore di circa 11 miliardi di dollari al record del 2000, indica comunque un 2001 soddisfacente, soprattutto nell'attuale congiuntura negativa mondiale, registrando inoltre una ripresa degli investimenti dell'8,7 percento. In realtà, mentre il valore del commercio estero russo è salito del 3,3%, a 141 miliardi di dollari, le esportazioni sono leggermente scese del 3,3%, finendo appena sopra i 100 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono aumentate di ben il 22%, a oltre 41 miliardi di dollari. Intanto, le riserve valutarie della Banca centrale hanno superato il record di 38,5 miliardi di dollari in ottobre, ma sono scese, per il pagamento del debito estero, a 36,6 miliardi di dollari a fine dicembre, mentre esse erano di 28 miliardi di dollari a fine 2000.

Attualmente la Russia sta portando avanti le trattative con l'Organizzazione Mondiale del commercio (WTO), alla quale intende di aderire gia nel 2003. E' il fatto molto importante per il futuro dell' economia e del' commercio della Russia, perche significherebbe l'armonizzazione delle leggi, procedure e regolamenti nazionali con quelli in vigore sul mercato internazionale. L'altra importante novita' e' l'annuncio, dato a Mosca durante il vertice di maggio scorso tra i dirigenti UE e Presidente Putin, sulla disponibilita' dell' Unione Europea di riconoscere lo status di paese di mercato per la Russia, che potra' agevolare l'ingresso nella WTO e avra' delle conseguenze pratiche per il commercio con Europa. Agli inizi del giugno anche gli Stati Uniti hanno riconosciuto lo status di paese di mercato per la Russia.

Per quel che riguarda l'anno 2002, le previsioni sono in effetti di una crescita del Pil di 3,6% (4,4% per l'anno 2003) e di un'inflazione intorno al 13-15 percento e di un rublo fino a 31,5 per un dollaro.

La produzione industriale e' cresciuta nel 2001 del 4,9% , e i tra i settori industriali chiave maggiormente dinamici, a parte la poligrafia (25,4%) e il vetro-ceramica (14,2%), sono emersi in primo luogo l'alimentare (8,4%), seguito dalla metalmeccanica (7,2%), chimica e petrolchimica (6,5%), industria dei combustibili (petrolio, gas, etc., con il 6,1%), materiali per edilizia (5,5%) industria leggera (5,0%) e metallurgia non-ferrosa (4,9%). Altri indici macroeconomici interni continuano ad essere positivi o in aumento, come il commercio al minuto (legato direttamente all'evoluzione della domanda interna), che è aumentato al 10,8% a fine anno, e l'andamento dei redditi reali, con una crescita di quasi il 6%. Inoltre la produzione agricola è stata assai positiva, con un raccolto di 85 milioni di tonnellate di cereali, rispetto ai 65,4 milioni del 2000 e un aumento complessivo del 6,8%.

L'inflazione invece è stata superiore a quanto originariamente previsto: dopo il 20,2% nel 2000, essa doveva scendere al 14%, ma ha terminato l'anno 2001 con il 18,6 percento. La situazione finanziaria rimane comunque positiva, con entrate aggiuntive per il bilancio statale di circa 318 miliardi di rubli (10,8 miliardi di dollari) a fine anno, di cui una parte potrà costituire una sorta di "riserva strategica" per il 2002. Il rublo ha tenuto bene, perché è stato lasciato svalutare leggermente e gradualmente, tenendo su una quota di 30,5 per un dollaro a fine dicembre. Ma come valore reale, il rublo ha continuato ad apprezzarsi, in una misura intorno al 12% a fine dicembre (differenza tra svalutazione rublo-dollaro, 6% e inflazione annua russa, 18,6%), tanto che gli esportatori stanno facendo pressioni sulla Banca centrale, ma senza successo, affinché lasci svalutare il rublo più rapidamente.

La stabilita' dei risultati acquisiti in campo economico-sociale, si sta in effetti ancorando in modo crescente ad una serie di leggi cardine proposte dalla presidenza Putin e fatte passare senza grandi difficoltà (eccetto la riforma del codice terriero) in Parlamento. D'altra parte, rimangono ancora diverse aree che necessitano di radicali riforme, come nel sistema giudiziario (una riforma del codice di procedura penale è appena presentata e approvata solo in prima lettura alla Duma (Camera Bassa del Parlamento) nonché nel sistema bancario e borsistico e nella gestione industriale. In ogni caso, nel 2001, vari importanti progetti di legge sono stati o approvati o avviati a buon fine. E' il frutto della nuova situazione politica interna, diventata stabile e prevedibile, quando il Presidente, il Governo e il Parlamento lavorano in un modo concordato.

L'evento più notevole è stato l'approvazione a fine giugno da parte della Duma della nuova imposta sui redditi delle persone giuridiche (imprese, etc.) che è stata ridotta dal 35 al 24%, con la contemporanea abolizione delle varie esenzioni fiscali per taluni soggetti finora privilegiati. Tale misura, al costo di una temporanea diminuzione degli introiti statali, dovrebbe però condurre entro breve tempo ad una significativa estensione della base fiscale, con l'emergere dall'economia grigia o parallela di molte imprese. L'altra importante misura legislativa è stata l'approvazione del nuovo codice terriero, che sancisce la proprieta' privata e liberalizza la compravendita dei terreni, in primo luogo quelli ad uso industriale (dove sorgono le imprese), ma anche i terreni ad uso agricolo individuale (orti, piccoli appezzamenti). Malgrado la legge interessi non più del 2-3% di tutti i terreni, essa costituisce un significativo passo politico. La nuova legge che regola la compravendita dei terreni agricoli, ponendo alcune specifiche limitazioni e restrizioni, per tener conto delle diverse realtà territoriali e regionali della Federazione Russa, è attualmente in discussione alla Duma, e potrebbe essere varata entro la fine del 2002.

Un' altra novita' importante - il mese fa Presidente Putin ha annunciato l'avvio della riforma della tassazione della attivita' delle PMI, che prevede la diminuzione delle tasse e la semplificazione della contabilita' per le PMI.

Il bilancio federale russo nel 2001 è risultato in attivo primario di circa 9 miliardi di dollari, pari al 2,4% del Pil. Includendo il debito estero finora pagato, il bilancio andrebbe in leggero disavanzo. La situazione finanziaria per il 2001-2002 non desta pertanto molte preoccupazioni: il governo russo è rientrato ad aprile 2001 nel calendario prestabilito per il pagamento del debito nei confronti del Club di Parigi (48,3 miliardi di dollari complessivi al 1 gennaio 2001) e non dovrebbe aver realmente bisogno di crediti internazionali fino a tutto il 2002. Il debito estero che la Russia ha dovuto pagare nel corso nel 2001 è stato infatti di circa 13 miliardi di dollari, tenendo conto che al 1 gennaio 2001 il debito estero complessivo della Russia era di 144 miliardi di dollari (compreso il debito russo nei confronti dell' Italia di 5,2 mlrd. di dollari).

Inoltre, a fine novembre, l'Agenzia internazionale Moody's ha elevato il rating delle obbligazioni federali russe nonche' il rating paese per le obbligazioni in valuta estera.

Poco fa, a fine aprile scorso l'OCSE aveva preso la decisione, in conformita' alla quale la Russia e' passata alla 5 categoria del rischio secondo la classicazione dell' OCSE, il che diminuisce il costo del credito, legato all' esportazione verso il nostro paese.

Intanto, gli investimenti stranieri nell' 2001 sono rimasti tuttavia sulla cifra relativamente modesta per un paese come la Russia, di 14,3 miliardi di dollari.

I principali paesi investitori sono Cipro, Stati Uniti e Germania, ovvero i capitali russi offshore che continuano a rientrare. L'ammontare degli investimenti stranieri accumulati nell' economia russa dal 1991 e' di 35,6 mlrd. di doll., compreso quelli italiani nella misura di 1,5 mlrd. di doll.(7-mo posto).

Le previsioni di sviluppo economico e del bilancio statale per il 2002 sono legate alla dinamica dei prezzi del petrolio. La Russia è pronta ad affrontare uno scenario per il 2002 con il petrolio a un prezzo annuo di 15-16 dollari al barile (il bilancio statale definitivamente approvato è stato basato su un prezzo annuo di 18,50 dollari/barile).

Soltanto qualora il petrolio scendesse sotto i 15-16 dollari (fino a 12), anche la Russia ne risentirebbe, con un rallentamento della crescita del PIL, ma in misura assai minore di altri paesi, e in ogni caso dovrebbe continuare il suo sviluppo economico. Al di là dei proventi del petrolio, tale sviluppo è infatti già entrato in una nuova fase, in cui dipende sempre più da altri fattori, come il continuo aumento dei redditi reali, la domanda interna in costante crescita (+10,8 %), gli investimenti, nonché la ripresa di alcuni settori industriali chiave, come la metalmeccanica, chimica, edilizia ed agroalimentare.